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ELETTRA, NOZZE COME GF VIP
Tutti invitati al matrimonio Lamborghini-Afrojack, ma è solo un'altra illusione social
di Sidney G.
Il nome, esposto in tutta la sua semplicità in cima ai trend topic dei social network.
Le foto subito circolate in posa, sì, ma non davanti all’obiettivo di un fotografo. Il matrimonio di Elettra Lamborghini, candidatosi a colpi di scollature e eccessi come evento cult dell’anno almeno nel nostro Paese, ha aperto una finestra su un nuovo modo di raccontare le nozze.
Gossip e matrimoni sono un binomio inscindibile dai tempi di Enrico VIII d’Inghilterra, quando però bisognava affidarsi al pettegolezzo di cortigiane insolenti per saperne qualcosa. Elettra e il marito Afrojack hanno invece scelto una strada diversa: diventare loro stessi i narratori dell’evento. Come? Basta digitare su un motore di ricerca le parole “matrimonio elettra” per farsene un’idea: compaiono i loro volti, sorridenti, davanti a un braccio teso intento a sostenere lo schermo dello smartphone per auto immortalarsi. E così la festa è diventata un gigantesco evento pubblico tramite le stories su Instagram, a cui tutti eravamo invitati.
In realtà, quella di parteciparvi era un’illusione: da casa si può solo spiare tramite l’occhiello della videocamera i balli, le luci e soprattutto le facce di dei, semidei – presunti tali – ma soprattutto ninfette e satiri del piccolo schermo. Una replica tematica del Grande Fratello, senza eliminazioni, solo per solleticare lo spirito voyeur: un’eccezionale operazione di marketing dell’immagine, ribaltando l’idea che sia il mistero, l’ignoto a favorire l’interesse del pubblico.
Se giganti dello spettacolo come Katy Perry e Orlando Bloom o Tiziano Ferro avevano scelto la discrezione totale, Elettra, che alimenta la sua fama tramite il racconto a tempo limitato sullo schermo del telefono, ha scelto di dilatare il pubblico del suo personalissimo show matrimoniale, roba che Mengacci aveva pensato trent’anni fa, facendo breccia però su un pubblico decisamente meno giovane. Ma non inganni: anche dietro quei frastagliati istanti di festa mobile, dietro le storie dall’inquadratura incerta e traballante, la regia è sapiente e selettiva. Il trionfo della fotogenia, nell’epoca dell’immagine.
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